Febbraio
2024

 Kore, core mio | La conta dei  chicchi di melograno

Domenica 11 febbraio 2024
Ore 17.00 e ore 20.30


Regia e drammaturgia Rita Di Leo
Con Gaia Amico
Collaboratori Davide Tortorelli e Naomi Messineo
Progetto Sonoro Simone Baroni e Lorenzo Donadei
Voci di Antonino Cicero Santalena e Federica Cavallaro
Fotografia Erresullaluna+ChuliPaquin
Con la partecipazione di Ilaria Amico
Produzione 9c Teatro
Con il contributo di Fondazione Federico Cornoni ETS

Scopri lo spettacolo

Kore, core mio | La conta dei chicchi di melograno


Regia e drammaturgia Rita Di Leo
Con Gaia Amico
Collaboratori Davide Tortorelli e Naomi Messineo
Progetto Sonoro Simone Baroni e Lorenzo Donadei
Voci di Antonino Cicero Santalena e Federica Cavallaro
Fotografia Erresullaluna+ChuliPaquin
Con la partecipazione di Ilaria Amico
Produzione 9c Teatro
Con il contributo di Fondazione Federico Cornoni ETS

«Penseresti mai che la moglie di Ade possa essere una giovane fanciulla viziata che per passare il tempo parla a vanvera? 

Il ritratto della corrispondenza tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi.

Il ritratto mitologico di Persefone vive in bilico tra simbolico e concreto: un'immagine riflessa all'infinito, un melograno spaccato che macchia indelebilmente lenzuola bianche, fiori secchi, un'attrice, una regista, due live sound designers.

Come pensiamo si debba rappresentare Persefone oggi? Per "noi" è una di noi, una qualunque, con impulsi sessuali, con la voglia di cantare e con un grande spirito di rivalsa contro il suo doppio destino.

Forse così si de-sacralizza la figura di una dea? "Noi" ce ne freghiamo, a noi interessa l'umanità, la pazzia, la follia che invade ognuno di noi sotto la doccia.

Il mondo d'oggi è il mondo dell'eccessiva possibilità di scelta: Kore ha la possibilità di vivere sei mesi nel mondo dei vivi e i restanti nel mondo dei morti, ma è una sua scelta? E' una nostra scelta essere stati messi al mondo? NO, e dobbiamo saperlo, Persefone lo sa?
L'attrice è consapevole che Persefone non ha scelto? O non ha scelta?»

Rita Di Leo, regista di Kore, core mio | La conta dei chicchi di melograno

 Persephónē  
La figura mitologica tra dicerie, letteratura e studi di genere

Domenica 11 febbraio 2023
Ore 18.30


Rita Di Leo insieme alla compagnia dello spettacolo Kore, core mio | La conta dei chicchi di melograno incontra il pubblico per un approfondimento sulla figura di Persefone in un excursus drammaturgico e storiografico.

Ingresso libero su prenotazione


Scopri l'incontro

Persephónē  
La figura mitologica tra dicerie, letteratura e studi di genere


Rita Di Leo, regista e drammaturga dello spettacolo  Kore, core mio | La conta dei chicchi di melograno, insieme alla compagnia dello spettacolo  incontra il pubblico per un approfondimento sulla figura di Persefone in un excursus drammaturgico, sul suo processo compositivo, storiografico e ideologico. 

Il mito di Persefone permea alcuni località siciliane, come Enna, Pergusa e Siracusa, e ancora oggi, nel linguaggio comune si risentono i rimandi alla mitologia greca. Un racconto di come queste dicerie siciliane si intrecciano con la vita comune e con la figura femminile di Persefone - diametralmente opposta alla figura tragica di Antigone. 

Una delle donne che percepiscono e reagiscono alle azioni altrui sul proprio corpo tramite una devozione apparentemente falsata al volere divino e alla sfera spirituale.


Domenica 11 febbraio 2023
Ore 18.30
Spazio Berenini 95
Ingresso libero su prenotazione


 Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte 

Martedì 20 febbraio 2024 - Ore 21.00
Centro giovanile Ex Macello Fidenza - MyCinem@ 


Una creazione also.known.as.
Testo e messa in scena Simone Corso
Dramaturg Jovana Malinarić
Con Carmelo Crisafulli, Paola Francesca Frasca e un attore in via di definizione
Senza Annibale Pavone
Collaborazioni artistiche Gabriele Anzaldi, Luca D’Arrigo, Simone Cammarata
Produzione Nutrimenti Terrestri
Con il sostegno del Comune di Patti e di Fondazione Orestiadi di Gibellina

Scopri lo spettacolo

Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte


Una creazione also.known.as.
Testo e messa in scena Simone Corso
Dramaturg Jovana Malinarić
Con Carmelo Crisafulli, Paola Francesca Frasca e un attore in via di definizione
Senza Annibale Pavone
Collaborazioni artistiche Gabriele Anzaldi, Luca D’Arrigo, Simone Cammarata
Produzione Nutrimenti Terrestri
Con il sostegno del Comune di Patti e di Fondazione Orestiadi di Gibellina


Vincitore del Premio #cittàlaboratorio - Orestiadi di Gibellina 2022
Premio Renato Palazzi - Tindari Festival 2022
Finalista Borsa teatrale Anna Pancirolli 2022
Finalista InBox 2023

Nel maggio del 2019 Antonio Stano morirà all’ospedale di Taranto dopo aver passato giorni dentro casa senza sfamarsi. A Manduria, dove abitava, Antonio era chiamato il Pazzo e questo bastava a tutti gli altri per “collocarlo” all’interno della comunità, riducendone il suo ruolo, nei risvolti più tragici di questa vicenda, a quello d’oggetto del giogo d’una squadra di giovani tra i 16 e i 22 anni che lo perseguitavano col fine di poter filmare e condividere su WhatsApp le loro azioni. Antonio, per sfuggire loro, si era chiuso dentro casa senza più mettere piede fuori.

Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte prende forma da questa vicenda senza volerne tracciare la cronaca, ma cercando piuttosto di indagare le dinamiche sociali che la connotano: i beni di consumo e la cultura audiovisiva prima, i social poi, sono lentamente entrati a far parte di noi stessi, del modo in cui ci rapportiamo gli uni agli altri, col rischio pressante di marginalizzare il singolo dentro la sola forma dello spettatore, chiuso dietro delle porte sbarrate a fare da guardia ai propri averi o dietro degli schermi dietro cui imparare a recitare un nuovo sé stesso.


Nota

I mutamenti sociali che hanno coinvolto la nostra società dal primo dopoguerra sino ad oggi (con l’espandersi delle reti di comunicazione, i media sempre più presenti e aderenti al nostro quotidiano, il linguaggio pubblicitario che, col tempo, è andato via via a conformare significati e problematiche alle categorie della brevità e della semplificazione) hanno influito sull’acuirsi delle differenze sociali e sfibrato i lacci che ricamano il tessuto della comunità cui ognuno di noi appartiene. Il potere dell’avere premia il singolo omologando, di contro, tutti, su una stessa scala di bisogni.

Nel mondo degli spett-autori, in cui continuamente tutti guardiamo e produciamo contenuti, rappresentiamo e auto-rappresentiamo la nostra vita, lo spettacolo sceglie di mettere l’accento su questo cambiamento culturale della nostra epoca imbastendo un dialogo onesto tra scena e platea che tenta di far diventare l’evento teatrale un’occasione assembleare di indagine e confronto oltre che di spettacolo.